Come tutte le chiese monastiche, l'abbazia di Astino era suddivisa internamente in due settori distinti: la navata, accessibile dall'esterno, era riservata alla popolazione e ai pellegrini e si concludeva con la balaustrata e da un cancello (ora scomparso), che tenevano separati il transetto e il coro, destinati ai monaci. Anche le decorazioni riflettono questa distinzione: nella navata le opere d'arte esaltano l'ordine Vallombrosano e la sua principale missione, la carità, che legava fortemente i monaci al territorio, stimolando il credente alle varie devozioni, mentre oltre la balaustra il messaggio trasmesso dalle decorazioni è teso a rafforzare la religiosità monastica. ll recente restauro ha fatto riemergere dallo scialbo gli affreschi cinquecenteschi, costituiti sulla volta a botte da una decorazione a finti cassettoni a rombi e croci, sul fregio sottostante da ornati a grottesche con simboli della Passione di Cristo e in controfacciata dalla scena della Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Queste opere si trovano ora a convivere con le decorazioni settecentesche, quali i due ovali in controfacciata raffiguranti la Madonna annunciata e l'Angelo annunciante (1718), che, insieme agli altri due ovali con San Pietro e San Paolo ai lati dell'organo, furono eseguiti dal monaco Ferdinando Alessandro Orselli, pittore dilettante, i grandi medaglioni ad affresco sulla volta raffiguranti Santi vallombrosani, dipinti dal bergamasco Giuseppe Brina, e le quattro scene di santi sulle pareti.(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)Per approfondire :Il restauro di Astino
Giovan Battista Guarinoni d'Averara (?), Moltiplicazione dei pani e dei pesci
Giuseppe Brina, Gloria di San Giovanni Gualberto e santi
Federico Ferrario, San Giovanni Gualberto riceve in dono il frumento
Pittore bergamasco, Ciclo sulla vita di San Giovanni Gualberto
Pietro Sorri, Perdono di San Giovanni Gualberto
Altare della Madonna del Rosario