L'affresco fonde in sé due diverse raffigurazioni accomunate dal sentimento della misericordia per i bisognosi: il miracolo evangelico della Moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel quale Cristo sfamò la folla che lo seguiva, e la scena della Grande Elemosina, che era l'evento più importante ed emblematico della carità dei monaci di Astino e che proprio in quel periodo stava per essere soppresso. Fin dal 1501 l'abate Silvestro de' Benedictis aveva istituito questa importante iniziativa con l'obbligo di distribuire ai poveri ogni anno 10 some di frumento (quasi 300 chili) assegnando a ciascuno un pane e un quattrino. Dopo la sua morte rimase il vincolo di distribuire il pane il giorno della Domenica delle Palme ma, a causa delle frequenti carestie, il quantitativo di pane dovette essere aumentato sempre di più fino a raggiungere le 10.000 pagnotte nel 1570. A causa della spesa eccessiva ma anche per il tumulto della folla e "per gli scandali che nascevano tra huomini e donne" fuori dal monastero, nel 1574 i monaci furono costretti a venir meno a questa pratica, attesissima dai poveri della città e del contado. Fu raggiunto un accordo con il Comune di Bergamo, secondo il quale i Monaci furono esentati dall'elemosina dovendo però pagare annualmente 18 some di frumento all'Ospedale grande. L'autore è quasi certamente il giovane e promettente Giovan Battista Guarinoni d'Averara, a cui nel 1572 fu commissionata la decorazione ad affresco di tutta la navata della chiesa.(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)Per approfondire :I Vallombrosani e la caritàL'abito dei monaci
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