Scalinata e facciata


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Il complesso monumentale di Astino è ubicato vicino alla strada, in antico molto frequentata, che da Bergamo conduceva verso Lecco e la Val San Martino. Per questo i monaci costruirono davanti all'ingresso della chiesa un Ospedale per poveri e pellegrini, gestito dal laico Consortium Sancti Sepulcri e dal 1305 dalla Misericordia Maggiore di Bergamo, la secolare istituzione caritativa che dal 2007 è proprietaria del Monastero e delle sue pertinenze: l'edificio, ridotto in stato di rudere, è attualmente oggetto di un completo restauro. La chiesa originaria era più avanzata sul sagrato rispetto all'attuale: collocata su un alto terrapieno occupato in gran parte dal cimitero dei monaci, era accessibile dalla strada tramite un ripido passaggio, che fu affiancato nel 1500 dalla Fontana della Samaritana, costruita per dissetare e offrire conforto al viandante che si fermava a pregare in chiesa. Intorno al 1540 la navata fu accorciata e la facciata a capanna arretrata per lasciare spazio al grande monastero in costruzione lungo il lato destro del tempio. Fu ricostruito il portico a tre fornici decorati da capitelli in pietra ed eleganti motivi in cotto, che sull'esempio di altre chiese vallombrosane serviva per il riparo del pellegrino. Per migliorare la visibilità e l'accesso alla chiesa i padri di Astino fecero costruire nel 1710 la scenografica scalinata in pietra di Mapello, distruggendo l'antica fontana, i cui resti sono stati riscoperti nel recente scavo. Inoltre fu riconfigurata la parte alta della facciata con una cortina in muratura scandita da sei sottili lesene e due nicchie, nelle quali nel 1721 furono inserite le statue di San Benedetto e San Giovanni Gualberto, eseguite dallo scultore Pietro Paolo Pirovano.
(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)


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Pietro Paolo Pirovano, San Benedetto e San Giovanni GualbertoLapide sepolcrale dell'abate Silvestro de' Benedictis