Alessandro Allori, Ultima Cena


Ascolta l'audio


Autore Alessandro Allori

La grande tela, oggi conservata nel Palazzo della Ragione di Bergamo, raffigura l'Ultima Cena, tema ricorrente nella decorazione dei refettori conventuali a partire dal XIV secolo. Discostandosi dall'interpretazione prettamente eucaristica dell'evento, la scena racconta il dramma umano scaturito dall'annuncio del tradimento di Cristo. Mentre gli Apostoli si interrogano sgomenti e increduli, Cristo risponde a Giovanni, discepolo prediletto, dicendogli che il traditore è colui al quale porge il boccone di pane intinto nel piatto e avvicina il pezzo di pane alle mani di Giuda, caratterizzato dal volto scuro, quasi ombroso. Firmata e datata a sinistra sul sostegno del grande tavolo, l'opera fu affidata dall'abate Callisto Solari al fiorentino Alessandro Allori, che si ispirò, per probabile desiderio dei committenti, all'affresco dell'Ultima Cena dipinto da Andrea del Sarto nel 1525 circa per il refettorio del convento vallombrosano di S. Salvi a Firenze. Quasi volesse mettersi a confronto con il grande artista Alessandro copiò scrupolosamente la metà della scena a destra mentre compose di fantasia la metà a sinistra. Il pittore eseguì due versioni delle stesso soggetto, entrambe datate 1582: la prima destinata al monastero di Astino, dove arrivò nel 1583; la seconda, più debole, per il monastero del Carmine a Firenze. Rispetto al dipinto di Andrea del Sarto, Allori modificò lo sfondo: per meglio focalizzare l'attenzione sulle figure, inserì solo scranni lignei dalla tonalità scura in contrasto con le cromie brillanti delle vesti. Altra significativa differenza si riscontra nella decorazione della tavola: più semplice e spoglia quella di Andrea del Sarto, imbandita con ricercata eleganza e profondamente simbolica quella dell'Allori. I numerosi brani naturalistici, studiati dagli erbari dipinti da Jacopo Ligozzi per i Medici e descritti con la passione e la competenza di un botanico, trasmettono quella leggerezza che sarà raggiunta dai grandi maestri nordici e spagnoli solo tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Annerita dai fumi di un grande camino, l'Ultima Cena dell'Allori fu restaurata nel 1759 dal veneziano Francesco Capella.
(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)


Per approfondire :
Dalla soppressione del Monastero a oggi
 

Clicca sull'immagine per visualizzare i dettagli


Seleziona un dettaglio


Simbologia della tavolaServizio di maiolica