Nella grande tela di Astino la tavola riveste un ruolo fondamentale: finemente imbandita secondo i dettami del rito pasquale ebraico, che non prevede carne d'agnello, è una vera e propria natura morta ricca di elementi simbolici. Ogni erba, fiore, vivanda, frutto o vegetale cela un significato nascosto, connesso alla Passione di Cristo e al sacrificio eucaristico. Il pane e il vino, che prefigurano l'Eucarestia, hanno un ruolo determinante. In particolare il pane, disseminato su tutta la tavola sotto forma di panini e cialde accartocciate e posto in posizione privilegiata di fronte a Cristo, prevale visivamente sull'assenza della carne. Fiori e frutti, descritti con assoluta precisione, non sono da meno. Il cedro, il dattero, la mandorla, che chiusa nella sua scorza ricorda l'Ostia conservata nel tabernacolo, il pinolo, l'uva, sono tutti frutti legati all'Eucarestia. La mela cotogna, frutto giallastro a forma di limone, è invece simbolo di Resurrezione. Tra i fiori, accanto alle rose centifolie, sono presenti rami di finocchio fiorito, simbolo di rinnovamento spirituale, garofani, che richiamano la Passione per il colore rosso e per la forma degli stami simili ai chiodi della Crocifissione, violette, ancora legate alla Passione, e gigli, metafora della purezza immacolata dell'Eucarestia. Uno dei dati più interessanti della mensa, è sicuramente la presenza di piccoli fiorellini rossi simili a rametti di corallo, simili ai fiori della canna d'India, che anticiperebbe di almeno un decennio la conoscenza a Firenze di questa pianta tropicale, importata dall'America nella seconda metà del Cinquecento.(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)Per approfondire :L'alimentazione nel monastero