La cappella fu completamente rinnovata nel 1622 dall'abate don Angelico Grassi, che ottenne per questo altare il titolo di altare privilegiato dei morti e che per questo vi trasferì all'interno dell'altare le spoglie del Beato Guala, già nella cappella di S. Martino. Vi traslò, sotto una lapide circolare inserita nel pavimento, anche le ossa di Gregorio (sec. XII) e Algisio da Rosciate (sec. XIII), entrambi vescovi di Bergamo che vollero essere sepolti nel monastero. La cappella fu poi decorata con alcune copie di importanti dipinti conservati nella Cappella Olgiati della chiesa vallombrosana di Santa Prassede a Roma. Sembra sia stato proprio don Angelico Grassi, abate in un certo periodo anche della basilica romana, a voler trasporre nella bergamasca Astino l'atmosfera della cappella romana facendone copiare le tele: l'Ascensione sulla volta (oggi posta temporaneamente sulla parete destra) è, infatti, copia dell'affresco eseguito nel 1592 dal Cavalier d'Arpino, mentre la tela raffigurante Cristo incontra la Veronica sulla via del Calvario è copia dalla pala d'altare dipinta da Federico Zuccari nel 1595. Alla fine dell'Ottocento, quando la chiesa di Astino fu chiusa al culto, le spoglie del Beato Guala furono trasportate nel monastero di Matris Domini a Bergamo, dove ancor oggi si trovano.(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)
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