San Giovanni Gualberto scaccia il demonio con la croce


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Il dipinto narra un episodio esemplare della vita di San Giovanni Gualberto: quello in cui libera dal demonio il gentiluomo fiorentino Fiorenzo, che si era appena fatto monaco vallombrosano. San Giovanni Gualberto è rappresentato secondo l'iconografia tradizionale: indossa l'abito dell'Ordine e si appoggia ad un bastone a forma di tau, l'antico pastorale abbaziale chiamato gruccia, insegna caratteristica degli abati di Vallombrosa. Venuto a conoscenza delle condizioni in cui versava l'uomo, Giovanni Gualberto si recò al suo capezzale e, insieme ad alcuni confratelli, iniziò a raccomandarlo a Dio con continue preghiere. Non appena vide il moribondo angosciato dalla visione del demonio, gli strappò la Croce dalle mani e con essa cominciò a colpire energicamente il diavolo, raffigurato con le sembianze di una creatura zoomorfa con ali, ricordo della sua origine angelica. La drammaticità della scena è sottolineata dall'atmosfera cupa rischiarata dall'apertura a sinistra e dall'alone luminoso intorno alla testa del santo. Il gesto di scacciare il demonio con la croce è alla base della pratica esorcistica che da San Giovanni Gualberto fu trasmessa agli abati suoi successori.
(Alessandra Civai, Lisa Fracassetti)